Omaggio a Vincenzo Agostino a poche settimane dalla sua scomparsa: l’uomo ha sempre chiesto verità e giustizia per il figlio e la nuora.
Il 5 agosto 1989, Antonino Agostino, un poliziotto, e sua moglie incinta Ida Castelluccio furono uccisi a Villagrazia di Carini da due sicari in moto: lui provò a fare da scudo a lei, ma entrambi vennero colpiti a morte. Secondo alcune ipotesi investigative, sembra che lui stesse indagando sul fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone, e che avesse scoperto legami tra mafia e servizi segreti.
Sembra anche che nel giorno stesso dell’omicidio, la casa dei coniugi sarebbe stata perquisita da uomini dello Stato, che avrebbero portato via appunti importanti di Nino Agostino. Diversi pentiti hanno fornito versioni contrastanti sugli esecutori e mandanti del delitto e ancora oggi non c’è una verità ufficiale su chi abbia ucciso i due coniugi. A questa vicenda, dedica una puntata speciale Presa Diretta, su Raitre.
Il coraggio di Vincenzo Agostino, papà del poliziotto Nino: chi ha ucciso suo figlio?
Lo fa nel giorno dopo l’anniversario della strage di Capaci e a qualche settimana dalla morte di Vincenzo Agostino, papà di Nino, un uomo coraggioso che ha lottato per tutta la vita per scoprire la verità sulla morte del figlio. La sua storia è diventata anche un documentario, dal titolo “Io so chi siete”, trasmesso sempre da Raitre: per 35 anni circa e fino al giorno della sua morte, ha continuato a cercare la verità su quei delitti.
Al fianco di Vincenzo Agostino, c’è sempre stata sua moglie e la loro storia divenne simbolo di dignità e resistenza per tanti italiani, profondamente colpiti da questa coppia, che vide strapparsi via un figlio, la moglie e quel bambino che lei portava in grembo. Vincenzo Agostino fece una promessa, anche quella diventata un simbolo di resistenza e lotta alla mafia, rendendolo una figura iconica.
Infatti, sostenne che non si sarebbe mai più tagliato la barba, fino a quando non fosse emersa la completa verità sulla morte del figlio e della nuora. Quel giorno non è mai arrivato, sebbene negli ultimi anni una verità giudiziaria sembrava essere molto vicina, con la condanna all’ergastolo di Nino Madonia. L’uomo è morto poco più di un mese fa e a lui hanno reso omaggio tutti, dagli esponenti della società civile alle istituzioni.
Per il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’uomo era “uno dei simboli di testimonianza antimafia e di impegno della società civile”, mentre in un lungo messaggio, don Luigi Ciotti evidenzia come “quella barba la vogliamo oggi ricordare come il segno della costanza di Vincenzo, della sua determinazione nel cercare verità e giustizia per suo figlio, sua nuora e il loro bambino mai nato”.