Il sogno di Elon Musk si realizza, una delle sue Tesla con attivo il sistema FSD, autoguida per 20 km e salva la vita al suo proprietario.
Che Elon Musk fosse un genio visionario forse è l’unica cosa che metterà d’accordo tutti sulla sua persona, sulla fattibilità delle sue visioni forse ci sarebbe molto di cui discutere. Per esempio sono anni che il magnate americano, per la precisione dal 2016, parla di rendere pienamente funzionale il sistema Full Self-Driving (FSD) -alias l’autoguida- su tutte le sue Tesla.
Un obiettivo che doveva raggiungere il pieno regime tra il 2019 e il 2020. Cosa questa mai avvenuta e che anzi gli ha provocato anche non pochi guai giudiziari, l’ultimo in ordine di tempo il patteggiamento per la morte di un ingegnere della Apple morto a seguito di un incedente stradale, mentre era alla guida della sua Tesla proprio con FSD inserito.
Ora però i venti sembrano cominciare a cambiare e il sistema di autoguida sembra fare quello per cui è progettato. Lo dimostra una storia, a lieto fine per fortuna, che arriva dal Nord Carolina.
La storia di MaxPaul salvato dalla sua Tesla Model Y
MaxPaul Frankin è un produttore televisivo della Carolina del Nord ed è lui il protagonista della storia che fino a qualche tempo fa avremmo considerato un episodio di Supercar -la serie degli anni Ottanta con protagonista David Hasselhof.
Tuttavia, per fortuna sua, è successo davvero e la sua Tesla Model Y si è effettivamente trasformata in una super car che gli ha salvato la vita. La macchina, dotata del sistema più aggiornato di FSD il V12, ha autoguidato per 20 km trasportandolo al pronto soccorso dell’ospedale più vicino il Charles George Medical Center si Asheville, mentre lui aveva un infarto e una crisi glicemica in corso.
Una volta ristabilitosi, è stato lo stesso Franklin ha raccontare la sua vicenda sui social: “Il 1° aprile Tesla ha sbloccato il sistema di guida autonoma completa per tutte le Tesla in America. Non avrei mai immaginato che poche ore dopo, alle 2 del mattino, ne avrei avuto disperatamente bisogno. Gravemente disidratato e con un malfunzionamento della pompa dell’insulina, il mio livello di zuccheri nel sangue era salito a 670 e stavo avendo un infarto. Senza un minuto da perdere mi sono affidato alla mia Model Y“.
È bastato un doppio click
A Flankin è bastato un doppio click per attivare il sistema di guida autonoma e la sua macchina ha guidato da sola per tutto il tragitto, dalla casa all’ospedale. E al momento dell’arrivo, ha spiegato poi con ironia il protagonista, la macchina si è anche offerta di parcheggiare da sola.
La vicenda ha immediatamente aperto il dibattito social sul tema; sull’importanza di chiamare i soccorsi ma anche sul fatto che in zone rurali, come quella in cui risiede Franklin, i tempi di risposta della ambulanze sono inevitabilmente alti e avrebbero potuto costargli la vita. Intanto Musk dal suo X gongola e si prende un po’ di meriti per questa storia: “Lieto che l’FSD di Tesla fosse lì per aiutarla e che ora lei stia bene“. Indubbiamente questa è una vittoria.