Il ko di Monte Carlo avrebbe potuto essere evitato se Sinner avesse richiesto l’intervento dell’arbitro. Questa scelta però lo erge a campionissimo morale.
Jannik Sinner, dopo tanti trionfi conseguiti nel corso degli ultimi mesi, in cui è riuscito anche ad arrivare alla posizione numero due del mondo nella classifica ATP, ha conosciuto un ko per certi versi non atteso nello scorso fine settimana.
Nel Principato di Monaco per i Monte Carlo Masters, il 22enne di San Candido, in provincia di Bolzano, ha visto interrompersi il suo percorso nel torneo con una sconfitta avvenuta in semifinale. Stefanos Tsitsipas è colui che ha avuto la meglio su Sinner.
C’è da dire che il match sul court monegasco ha visto girare tutto storto per Sinner. Il quale magari avrebbe anche potuto vincere, in una situazione diversa. Dopo avere ceduto il primo set, l’altoatesino è riuscito a pareggiare i conti con il suo contendente.
Ma il greco, al terzo e decisivo set, ha approfittato sia di un acciacco fisico di Sinner che di un clamoroso errore arbitrale che lo ha indubbiamente favorito. Sinner ha subito un infortunio ad un ginocchio ed è poi uscito dal campo con i crampi.
E per quanto riguarda la svista colossale presa dall’arbitro, se ci fosse stata la chiamata giusta, lui avrebbe potuto usufruire di un secondo break nel terzo set. Cosa che di certo avrebbe di molto favorito Sinner nella vittoria con tanto di accesso in finale.
Tra l’altro Sinner avrebbe anche potuto contestare la errata chiamata dell’arbitro, ma non lo ha fatto. Non lo ha fatto per una questione di principio e di coerenza. Lui che è sportivo sia in campo che fuori, e nell’animo. Alla fine ha tenuto ad ammettere di essere stato meno bravo del suo avversario.
Non più sfortunato, non penalizzato, ma meno bravo. E sempre pronto ad imparare. Sui social così Sinner ha sintetizzato l’andamento del match che lo ha visto andare negli spogliatoi battuto soltanto nel punteggio. “Una ottima occasione per imparare e per migliorare”.
Anche perché aggrapparsi agli errori dell’arbitro è quello che fanno i perdenti, ma Sinner è un vincente nato. Lui ha anche giustificato il mancato appello in suo favore dicendo che non è compito suo, il lavoro del bolzanino è quello di colpire la palla.
Ma quanto accaduto rappresenta un’ottima lezione non tanto per Sinner, che a 22 anni è invece già maturo. Sicuramente più di tanti altri, e che gioca con la autorevolezza e la sicurezza di un veterano. E comunque lui tornerà presto in campo in giro per il mondo, non c’è tempo da perdere nel percorso che dovrà portarlo a diventare il tennista numero uno al mondo.
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