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Tecnologia

Se non sei bravo con i videogiochi, c’è un motivo preciso: parla la scienza

Anche se ami i videogiochi, potresti non essere bravo come i tuoi amici o parenti: c’è un motivo preciso, lo dice la scienza!

Trascorrere il tempo libero giocando con la PlayStation – Yahoomagazine.com

La tecnologia, nell’ultimo ventennio, ha sicuramente fatto un enorme balzo in avanti: sono arrivati dispositivi notevoli che hanno rivoluzionato ogni singolo aspetto delle nostre vite. Anche per quanto concerne il tempo libero, sono state commercializzate console ultratecnologiche come la PlayStation, i prodotti Nintendo e la X Box. Al momento, la stragrande maggioranza delle persone gioca o con la Ps5 o con la Nintendo Switch.

I bambini di una volta amavano giocare con il pallone in un parchetto: oggi, invece, tra Live su Twitch, modalità competitive online e videochiamate, ci si relaziona con amici e conoscente proprio attraverso device moderni. Ci sono titoli che fanno perdere anche il sonno: molti gamer fanno le ore piccole davanti agli schermi. C’è però un quesito alquanto sorprendente: se non sei bravo con i videogiochi nonostante le numerose ore passate con il Joypad tra le mani, c’è un motivo ben preciso?

Se non sei bravo con i videogiochi, non disperarti: c’è un motivo ben preciso, lo dice la scienza

Giocare con la PlayStation – Yahoomagazine.com

Nonostante le numerose ore trascorse davanti agli schermi, molte persone non sono assolutamente brave con i videogiochi. La scienza ha cercato di fornire una risposta anche a questo interrogativo: ci sono motivi ben precisi a questa situazione? Sulla rivista scientifica Plos One è stato pubblicato uno studio alquanto sorprendente: alcune persone, a quanto pare, sono in grado di rivelare più frame al secondo rispetto alle altre. Le persone al centro della ricerca si sono sottoposte alla visita di una luce intermittente con diverse frequenze: le “cavie” dovevano poi stabilire quando la luce diventava non più intermittente.

Una quota ha svelato di vedere una luce costante già a 35 fps mentre un altro gruppo ha iniziato a vedere la luce costante dopo i 60 fps. Secondo quanto spiegato dal professor Kevin Mitchell, le persone che vedono una quantità maggiore di immagini al secondo sono anche quelle più brave ai videogiochi perché sono avvantaggiate.

Allo studio scientifico, andrebbero però aggiunte tesi soggettive come: allenamenti non intensi o a cadenza settimanale, facilità di distrazione, qualità del proprio schermo, attenzione ai dettagli e pratica giornaliera. Se vengono a mancare questi requisiti, è veramente difficile stabilire se la relazione causa-effetto dello studio sia valida o meno. In ogni modo, la scienza cerca di fornire dettagli importantissimi su una vicenda che sta facendo parlare l’Italia intera.

Francesco DAndolfo

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