Le dichiarazioni fatte da una donna ritenuta importante nell’ambito delle indagini confermano la presenza di Serena Mollicone in caserma ad Arce prima del suo omicidio.
La vicenda di Serena Mollicone va avanti da circa 23 anni e nel corso di tutto questo tempo ha presentato svariati punti oscuri, colpi di scena ed ulteriori epiloghi tristi. Come la morte della giovane uccisa ad Arce, in provincia di Frosinone, il 1° giugno 2001.
Il signor Gugliemo Mollicone si è sempre battuto per arrivare alla verità dietro alla morte della sua amata figlia. Purtroppo un infarto lo colpì a novembre del 2019 e lo costrinse ad un lungo ricovero in ospedale. Al quale mese fine la sua morte, sopraggiunta il 31 maggio del 2020, proprio alla vigilia del diciannovesimo anniversario dell’omicidio di Serena Mollicone.
Nel frattempo le attenzioni sulla ricerca dei colpevoli si erano concentrate sulla famiglia Mottola, e c’era stato il suicidio del carabiniere Santino Tuzi, nel 2008. La figlia di quest’ultimo, in una intervista rilasciata un anno fa a fanpage, aveva definito attendibile la testimonianza di suo padre.
Il carabiniere aveva avuto per lungo tempo una amante, tale Anna Rita Torriero, la quale riferì che quel fatidico 1° giugno 2001 vide Serena Mollicone nella caserma dell’Arma ad Arce. A riferirlo al cospetto dei giudici della Corte d’Assise di Appello è stata l’altra testimone, Sonia Da Fonseca.
Serena Mollicone, l’orribile ritrovamento del corpo
Attualmente il processo per l’omicidio di Serena Mollicone è giunto al secondo grado. La De Fonseca era una vicina di casa della Torriero pur non frequentandola, e conferma di avere visto più volte Tuzi andare a casa di lei e quest’ultima recarsi nella caserma dei carabinieri.
Anche Santino Tuzi aveva confermato, anni fa, di avere visto Serena Mollicone entrare in caserma poche ore prima di essere uccisa. La De Fonseca ora non ha mancato di sottolineare come Tuzi fosse nervoso per avere ritrattato alcune sue dichiarazioni precedenti fatte ai magistrati.
Secondo la Procura della Repubblica di Cassino, la morte di Serena Mollicone sarebbe avvenuta come conseguenza di un litigio con la famiglia Mottola. Si parlava già da tempo di una faccenda di droga nella quale sarebbe stato implicato Marco Mottola, figlio dell’ex comandante dei carabinieri di Arce.
Quest’ultimo avrebbe coperto il figlio, spalleggiato dalla moglie, ed avrebbe depistato le indagini. Tant’è vero che l’accusa ha avanzato nei loro confronti le ipotesi di reato di omicidio volontario e di occultamento di cadavere. Altri due carabinieri avrebbero saputo la verità sulla povera Serena Mollicone, ma senza denunciare i fatti.
Il 15 luglio del 2022 era giunta però una sentenza di assoluzione nei confronti dei cinque imputati per insufficienza di prove. La ragazza venne ritrovata priva di vita il 3 giugno 2001 a Fonte Cupa di Fontana Liri, con la testa coperta da un sacchetto e con mani e piedi legate. E la verità resta ancora nascosta.