Lilli Gruber, a “Che tempo che fa”, chiama in causa proprio i giornalisti Rai. E cerca il coinvolgimento del collega Fabio Fazio: “Ci hai lavorato, dovresti saperlo”.
Parlare nei talk show senza contraddittorio e senza vincoli di tempo, non garantendo la pluralità di opinioni. E soprattutto, andando a depotenziare quasi del tutto la funzione del giornalista, il cui ruolo non sarà più quello di mediare tra la politica e i cittadini. Questi, in sostanza, i punti cardine dell’emendamento sulla par condicio recentemente approvato dalla Commissione di vigilanza Rai.
Un emendamento che ha immediatamente scatenato una rappresaglia da parte di giornalisti ed esperti della comunicazione Rai. I quali si sono subito attivati per rendere chiara la loro opinione, a furia di comunicati di protesta letti al termine dei tg dell’emittente.
Per non parlare della proposta di ben 15 emendamenti, da parte del senatore di FdI Gianni Berrini, al testo sulla diffamazione, con addirittura l’introduzione di una pena fino ai quattro anni e mezzo di cercare, e con sanzioni pecuniarie fino a 120mila euro.
Uno scenario, quest’ultimo, che ha visto un dibattito parecchio animato ai microfoni di “Che tempo che fa”. Fabio Fazio, che ha ospitato i giornalisti Lilli Gruber, Massimo Giannini e Ferruccio De Bortoli, ha voluto approfondire l’argomento dinanzi a milioni di telespettatori. E con annessi riferimenti – tutt’altro che velati – all’ex famiglia della Rai.
I giornalisti Rai non ci stanno a divenire il megafono della maggioranza. Lo hanno chiarito a caratteri cubitali al termine delle recenti edizioni dei tg. Senza par condicio, hanno puntualizzato da diversi fronti, la figura stessa del giornalista viene meno, così come l’impianto su cui si regge l’intera professione.
Lo sanno bene Lilli Gruber, Massimo Giannini e Ferruccio De Bortoli, che su questo mestiere hanno improntato la loro intera vita. Ospiti di “Che tempo che fa”, i giornalisti hanno commentato assieme a Fabio Fazio l’emendamento proposto dal senatore di FdI.
Gruber, nella fattispecie, è stata la più sferzante tra i tre. “I cittadini pagano anche un canone per avere un’informazione trasparente e plurale – ha fatto notare la scrittrice, che nel parlare si è rivolta soprattutto al collega Fazio -. Tu hai lavorato in Rai come me. Sono cose che sappiamo molto bene. Per smuoversi a quei livelli…“.
Dinanzi all’assenso del padrone di casa, che non ha certamente smentito le parole di Gruber, quest’ultima ha proseguito a colpo sicuro. “L’informazione deve essere plurale. Altrimenti dove andiamo?“.
L’intervento di Lilli Gruber, che ha dimostrato piena solidarietà ai giornalisti Rai, è stato immediatamente seguito da quello di Massimo Giannini. Il quale, in quanto ad opinioni, non si è dimostrato poi così distante dalla collega.
“Libertà di stampa e democrazia vanno di pari passo – ha sentenziato l’ex direttore del quotidiano La Stampa ai microfoni di Fazio -. Più passano gli anni, e più questa affermazione si rivela vera“.
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