È tempo di dichiarazione dei redditi; ma quali sono le spese che vanno effettivamente segnalate e chi sono i soggetti obbligati ed, eventualmente, esclusi dalla compilazione del 730?
Si ha tempo fino al 15 di ottobre per presentare la propria dichiarazione dei redditi. Un 2024 segnato dall’importante novità del 730 -il documento che lavoratori e pensionati presentano all’Agenzia delle Entrate- precompilato.
A partire dal 30 di aprile, infatti, autenticandosi con SPID o CIE nella propria area personale sul sito dell’AdE sarà disponibile una versione del 730 in cui le solite informazioni riportate annualmente è compilata direttamente dall’Agenzia. Si può decidere di confermare i dati inseriti dall’ente oppure si può decidere di crearne una nuova versione, in cui è il contribuente ad aggiungere o eliminare delle voci eventualmente inserite. È bene sapere però che accettando la versione precompilata si semplifica il processo di dichiarazione dei redditi evitando anche approfonditi controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il documento da sempre è importante perché permette allo Stato di conoscere qual è il reddito delle famiglie e, di conseguenza, stabilire le tasse che questi devono pagare. Ma è anche un modo per il contribuente di recuperare parte del denaro sborsato nell’arco dell’anno per affrontare alcune spese. Le più note spese detraibili con il 730 sono quelle mediche e quelle legate all’affitto della casa, mi possono detrarre anche le spese per le attività sportive, gli abbonamenti ai mezzi di trasporto così come le spese funerarie e così via.
Da quest’anno, ma in realtà è una regola che vale da sempre, è necessario inserire anche un’altra spesa nel 730.
La dichiarazione dei redditi è obbligatoria per tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi che siano, e i pensionati. Nella prima categoria rientrano anche i lavatori domestici -parliamo quindi di colf, badanti o caregiver. Di fatti questi possono essere considerati allo stremo dei lavoratori autonomi, percepiscono uno stipendio lordo quindi senza l’applicazione delle tasse alla fonte, perché il datore di lavoro in questo caso non trattiene l’Irpef dalla busta paga.
Proprio per questo motivo questa classe di lavoratori ha l’obbligo di presentare la dichiarazione annuale dei redditi. Questa tipologia di lavoro è, infatti, tassata come qualsiasi altra tipologia di lavoro dipendente, la vera differenza con i contratti più “classici” è che non vi è alcuna trattenuta; per questo motivo spetta al lavoratore dichiarare tutte le entrate percepite così da permettere, in sede di conguaglio, il calcolo dell’Irpef complessiva da versare.
Allo stesso modo il datore di lavoro può inserire nel proprio 730 la voce riguardante la presenza di un aiuto domestico e ottenere la detrazione sull’Irpef.
Bene inteso che anche i lavoratori domestici hanno l’obbligo di presentare il 730 e pagare le tasse sul lavoro che svolgono, il sistema fiscale italiano prevede un’eccezione. Di fatto i lavoratori che hanno un reddito annuale inferiore agli 8.174 euro rientrano nella cosiddetta no tax area. Si tratta di una fascia di reddito considerata troppo bassa e per questo motivo non viene tassata; in questo caso colf e badanti, come qualsiasi altro lavoratore che rientri in questo range, non è obbligato a presentare dichiarazione dei redditi.
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