Su Raitre, nel corso della trasmissione ‘Che ci faccio qui’, scopriremo le storie di Antonino De Masi e Bartolo Mercuri.
C’è una citazione, anche spesso molto inflazionata, dello scrittore tedesco Bertold Brecht, che recita: “Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”. I protagonisti di questo nostro articolo appartengono all’ultima categoria.
Riteniamo infatti che persone come Antonino De Masi e Bartolo Mercuri siano assolutamente indispensabili e delle loro storie e loro vite si occupa Raitre, che manda in onda la trasmissione ‘Che ci faccio qui’, condotta da Domenico Iannacone. Due storie diverse, ma che in entrambi i casi perseguono il loro ideale di giustizia e lo fanno nella Regione dove sono nati, la Calabria.
Chi sono Antonino De Masi e Bartolo Mercuri, due giusti che vivono in Calabria
Antonino De Masi, classe 1959, è originario di Rizziconi, un piccolo centro della Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria: seguendo le orme del padre, ha sviluppato diverse attività imprenditoriali con un forte impegno contro la criminalità organizzata. Le sue aziende sono diventate leader di mercato a livello globale, ma non hanno mai trascurato il principio di legalità, tanto da farne un vero e proprio simbolo.
Nel corso degli anni, Antonino De Masi ha girato letteralmente il mondo, divenendo un vero e proprio testimonial di quello che significa promuovere la legalità attraverso il lavoro e l’imprenditoria. Anche a costo di metterci la faccia o di rischiare la pelle: tra gli episodi più significativi, quello di cui fu vittima il 13 Aprile 2013 quando spararono 44 colpi di kalashnikov. Da allora, gira sotto scorta, ma non si arrende.
Per un’ideale di giustizia si batte anche Bartolo Mercuri, noto come “Papà Africa”, che peraltro già in anni passati aveva partecipato alla trasmissione di Iannacone, raccontando la propria esperienza. Da Rizziconi ci spostiamo a Rosarno, appena una manciata di chilometri, località nota per una rivolta dei migranti nel 2010. Siamo sempre in una delle zone della Calabria in cui per anni la ‘ndrangheta ha fatto il bello e il cattivo tempo.
Bartolo Mercuri, che di professione fa il negoziante di mobili, da circa un quarto di secolo, “ogni santo giorno” – come ci tiene a precisare nei suoi incontri pubblici – si sporca le mani a sostegno delle persone più fragili che vivono nel suo territorio. Con la sua associazione, e col sostegno di molti, arriva dove le istituzioni non riescono o non vogliono arrivare e per questo anche lui è diventato un simbolo.