La storia di Leidy Yenny Justiniano Roca, rapita nel 1990, ricorda quella di Denise Pipitone: la mamma si rivolge a Chi l’ha visto?
34 anni di silenzi e angosce, tanti ne sono passati dalla scomparsa di Leidy Yenny Justiniano Roca, la piccola rapita nel 1990 dal Kinder Club de Leones nella città di Santa Cruz in Bolivia, quando la bambina aveva solo 4 anni. Oggi quella bambina avrebbe 38 anni, anzi sua mamma Norma Roca è convinta che quella bambina abbia 38 anni, in quanto ritiene che sia viva, e per questo non ha mai smesso di cercarla.
Nel corso di questi lunghi anni, le indagini sulla scomparsa della piccola hanno visto coinvolti l’ex marito di Norma Roca, ovvero Marco Justiniano Roca, la sua attuale compagna e la sorella di lui. Non si è mai arrivati a una svolta in questa complessa indagine e nel mentre la mamma di Leidy Yenny si è trasferita in Italia, da dove continua a sperare di poter un giorno riabbracciare la figlia.
Il caso della scomparsa di Leidy Yenny e le tante somiglianze con quello di Denise Pipitone
Inutile nasconderlo: quando parliamo di bambini scomparsi, il primo pensiero va sempre a Denise Pipitone e alla sua mamma Piera Maggio, che a distanza di 20 anni ha spiegato di nutrire nuove speranze da una segnalazione. Una vicenda torbida, intricata e dai tanti punti oscuri quella di Denise Pipitone, tant’è che anche di recente la mamma ha denunciato qualcosa di davvero poco piacevole.
Tante sono le somiglianze tra Piera Maggio e Norma Loca, a partire dal fatto che si tratta di due mamme molto coraggiose, che non si sono mai arrese, e dal presunto coinvolgimento in entrambi i casi di familiari delle bimbe scomparse. La mamma di Leidy Yenny in Bolivia ha smosso e interpellato ministeri, polizia, gruppi di intelligence, oltre alla televisione nazionale e ai giornalisti.
Non è però mai riuscita a ottenere risultati e oggi lancia anche un appello attraverso la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’: spiega come a lungo abbia pensato che la figlia prima o poi sarebbe diventata una donna e si sarebbe iniziata a fare delle domande sul proprio passato. Un’elaborazione del volto della figlia come potrebbe essere oggi è stata realizzata con la tecnica dell’age progression.
Parliamo di una donna di 38 anni, con un segno particolare che la rende riconoscibile tra tutte: ha cioè una voglia dalla nascita di colore bianco, che si trova sulla nuca, precisamente all’altezza dell’orecchio sinistro ed è a forma di mappa. La determinazione della sua mamma ha fatto sì dunque che questo caso non venisse mai del tutto accantonato.