Tutto quel denaro non rimane sul fondo del magnifico monumento di Roma, c’è un destinatario preciso che può usufruire delle monete dei turisti nella Fontana di Trevi.
Se ognuno di noi avesse una sua personale Fontana di Trevi a casa sarebbe ricco. Questo è uno dei monumenti più noti tra le migliaia che abbelliscono Roma e che appartengono a diverse epoche storiche.
La storia della Fontana di Trevi si appresta a toccare i trecento anni. I quali verranno raggiunti nel 2032. Esattamente tre secoli prima infatti iniziarono i lavori di costruzione, sotto il pontificato di Papa Clemente XII.
La realizzazione dell’opera, concepita dagli architetti Nicola Salvi e Giuseppe Pannini, fu portata a compimento dagli scultori Pietro Bracci e Virginio Bracci nel 1759. La messa in funzione della Fontana di Trevi è invece del 1762.
Il luogo di costruzione di questo monumento occupa la parte terminale dell’antico acquedotto dell’Aqua Virgo, fatto costruire nientemeno che dall’imperatore Ottaviano Augusto più di duemila anni fa. Lì, in epoca medievale, sorgeva una precedente fontana in cui l’Aqua Virgo, ancora perfettamente funzionante, sfociava in tre vasche separate ubicate presso un “treio”. Ovvero un trivio.
Fontana di Trevi, dove finiscono le monetine ogni anno?
Ci sono delle curiosità che caratterizzano il progetto dell’architetto Salvi. Sembra che papa Clemente XII lo scelse perché fosse quello più economico presentato. I finanziamenti dei lavori ammontavano a 17.647 scudi e pare che questa cifra venne attinta dalla reintroduzione del gioco del lotto a Roma a quell’epoca.
Salvi non vide la fine della sua opera. Morì infatti nel 1751, tra l’altro dopo avere visto lievitare verso l’alto i costi e dopo avere litigato tante volte con lo scultore Giovanni Battista Maini. Da tempo è nata la tradizione del gettare una monetina nella fontana e di esprimere un desiderio.
Non si sa se questo poi si avveri in effetti. Quel che è certo è che Roma ogni anno riceve la visita di almeno una ventina di milioni di turisti, e molti di loro non mancano di dare vita a questa bella tradizione. Ne consegue che, di anno in anno, la cifra racimolata da chi ha l’incarico di raccogliere le monete è bella grossa.
Finisce tutto in beneficenza
Si parla di circa un milione e quattrocentomila euro. Tutto denaro che viene devoluto in beneficenza, interamente alla Caritas. Il recupero delle monete nell’immenso vascone della Fontana di Trevi è un compito al quale pensa lo stesso Comune di Roma.
Lo stesso delega la società Acea per portare a fine tale incarico. E la cosa avviene mediante aspiratori subacquei e strumenti come retine e scope predisposte. Acea è anche la società alla base delle forniture di luce e gas nella Capitale. I soldi vengono periodicamente consegnati alla Caritas, la quale a sua volta le deposita sui propri conti bancari e ne può usufruire per dare vita a delle opere di bene.
A proposito di Roma, in ambito calcistico c’è una data sul recupero del match contro l’Udinese. Giovedì 25 aprile verranno giocati gli ultimi 18 minuti dell’incontro, dopo la sospensione per via del malore capitato al giallorosso Ndicka lo scorso 14 aprile.